Questa ventottesima edizione porta ancora i colori della caleidoscopica zebra che per il terzo ci guida alla scoperta della modernità dei tre continenti. Grazie alla rivoluzione 3.0 si sta avviando un’era di grandi cambiamenti che vivacizza anche la produzione culturale e artistica. In Africa possiamo addirittura parlare di high tech liberation, se pensiamo alla forte spinta propulsiva data dal recente arrivo di internet ad alta velocità.
Con il nuovo format AfricaTalks, che sarà un appuntamento annuale, ci proponiamo, insieme alla Fondazione Edu, di approfondire i cambiamenti del continente. Quest’anno la tavola rotonda, che porta il titolo del nostro claim, WWW! What a Wonderful World. Come le nuove tecnologie stanno cambiando l’Africa vuole dare un ulteriore contributo per far cadere i sipari dei luoghi comuni che relegano da sempre l’Africa all’immagine di un continente primitivo e arretrato. Vogliamo pensare che questa sia una vera svolta per il futuro. Sulla stessa frequenza si sono sintonizzati i curatori di Palazzo Litta Cultura, con cui abbiamo collaborato alla realizzazione della mostra AfricaAfrica – Exploring the NOW of African design and photography, che sono andati alla ricerca di artisti che, con sguardo inedito, restituiscono l’immagine di una realtà dinamica e innovativa.
Ma le mostre e la tavola rotonda sono il complemento del cuore del festival che rimane strettamente cinematografico e sempre rivolto ai nuovi talenti che provengono dalle cinematografie dei tre continenti.
Nelle opere cinematografiche i temi dell’attualità, le questioni dell’identità e dello spazio, le migrazioni e i conflitti sono ancora la principale fonte di ispirazione per i nostri registi. Ma è il linguaggio che cambia. Nella nostra selezione, più di 50 film scelti su 600 film ricevuti, diamo voce a giovani registi che ci hanno sorpreso grazie alla espressione di un cinema indipendente che non cede a compromessi e interferenze, ma si esprime con libertà e immaginazione. Le loro voci originali, le visioni acute della realtà, sguardo sincero e appassionato degli autori sui loro Paese, sono il migliore ingrediente per un ribaltamento dei cliché delle immagini fabbricate in serie.
Una selezione di altissimo livello, con il dolore di aver dovuto lasciare da parte molti buoni film per problemi di spazio e di budget.
E, in ultimo, non potevamo non dedicare un omaggio a Idrissa Ouédraogo, scomparso prematuramente lo scorso febbraio, che lascia un vuoto enorme non solo nel cinema africano, ma in quello mondiale, lui che per primo ha portato in Europa le immagini non stereotipate di un’Africa profondamente amata, che ci ha raccontato percorrendo tutti i generi cinematografici, con il desiderio di sperimentare e con la capacità di un linguaggio universale.
A lui vorremmo dedicare questa 28° edizione, grati delle storie e delle immagini che ha saputo regalarci.
Annamaria Gallone e Alessandra Speciale
Direzione Artistica