A 25 anni dalla prima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina vogliamo raccontarvi alcuni momenti di questa avventura: quelli che ci hanno più divertito e commosso, quelli da cui abbiamo imparato, quelli che ci hanno permesso di scoprire mondi e autori oggi sulla bocca di molti e allora sconosciuti. Le nostre voci principali sono quelle di Annamaria Gallone e di Alessandra Speciale, le due direttrici artistiche.
Invitiamo tutti a unirsi a noi in questo racconto collettivo, forse il primo realizzato da un festival di cinema, mandando un messaggio a festival@coeweb.org e indicando nell’oggetto “io c’ero“.
Nel 2005, per la prima volta, il vincitore del festival è il film kazako “Il cacciatore” di Serik Aprymov. E’ il primo premio non africano della nostra storia. Raul Peck ci porta “Sometimes in April”. Come ormai saprete, Raul Peck è un ospite fisso da noi, è il più grande regista haitiano – ve l’abbiamo già detto? – e anche quest’anno (ci riferiamo al prossimo maggio 2015) arriverà dalla Berlinale con il suo ultimo film “Meurtre a Pacot”. Grazie Raul!
Il mitico Sotigui Kouyaté è il presidente della giuria del 2006. Con lui anche Cameron Bailey (oggi direttore del Festival di Toronto). E’ l’anno delle “streghe”: il regista S.Pierre Yaméogo col suo film denuncia il tema ancora attuale delle donne africane senza status familiare riconosciuto, o malate, senza figli…e quindi demonizzate della società.
Succede una cosa insolita per noi ma molto diffusa in alcuni contesti: invitiamo il film sudafricano vincitore del Fespaco “Drum” che poi però non proiettiamo e che sparirà nel nulla per dispute interne (pare diffuse) tra produzione sudafricana e distribuzione americana. Non ci facciamo scappare nel 2006, sottolineiamo nel 2006, il primo lungometraggio di fiction al mondo interamente girato con telefoni cellulari: “SMS Sugar Man” di Aryan Kaganof.
E nel 2006 non ci facciamo neanche scappare il primo corto di Tala Hadid (nipote di Zaha Hadid), che nel 2014 realizza il suo primo lungometraggio “The narrow frame of midnight” osannato a Toronto e a Roma. Sarà da noi a maggio 2015. Intanto: piccoli registi crescono…
Il 2007 è l’anno in cui succedono tante cose. Intanto dedichiamo una sezione in omaggio a Idrissa Ouédraogo, che incanta gli studenti nelle scuole e mesmerizza il pubblico alla FNAC. In giuria c’è Wasis Diop, creatore della colonna sonora del film Timbuktu. Il presidente della giuria è Hsiao Chin, pittore celeberrimo che ci dona l’immagine della copertina del catalogo. Nel 2009 sarà poi alla Triennale di Milano con una mostra personale particolarmente felice. Ritroviamo appeso il quadro che ha ispirato la nostra affiche. Bello.
La sezione trainante del 2007 è: MUSALSALAT (nome delle soap opera arabe) E IL TERRORISMO SUGLI SCHERMI ARABI, che ci permette di riflettere su come le tv arabe affrontano il tema del terrorismo e del terrorismo arabo che colpisce gli stessi paesi arabi. E’ di quest’anno per noi uno dei film più belli della cinematografia africana: “Daratt” (Siccità) di Mahamat Saleh Haroun, regista ciadiano. E’ un film sul perdono, pluripremiato, che pochi mesi prima aveva vinto il Leone d’Argento a Venezia. E che tutti i critici cinematografici avevano stupidamente snobbato, infatti all’indomani della vittoria a Venezia nessun giornale italiano fu in grado di pubblicare una recensione. Che vergogna.
Novità del 2007 la sezione Extr’A (extr’A siamo noi, i non africani, gli italiani). Presentiamo il cinema indipendente di casa nostra con questa sezione dedicata, dove sono da segnalare le presenze di Andrea Segre, con “A sud di Lampedusa” e Giuseppe Cederna con “La febbre”.
“Africa paradis” non potevamo farcelo scappare, la Speciale lo definisce “spassosissimo”. Il film immagina un futuro capovolto dove l’Africa diventa il Bengodi e l’Occidente è travolto dalle guerre. Noi dobbiamo prendere il permesso di soggiorno per emigrare in Africa, noi dobbiamo subire la sola offerta di lavori umili… Non potete immaginare la nostra sorpresa quando un giorno squilla il telefono e dall’altra parte del filo c’è Livia Firth, moglie di Colin Firth: vuole avvisarci che, avendo perso il film a Parigi, ne avrebbero approfittato per venire a vederlo da noi a Milano. Eravamo d’accordo?
La prima star hollywoodiana al Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina arriva nel 2008, è Danny Glover, affascinante, intelligente, strepitoso. Aveva lavorato con Spielberg ed era famoso in Italia per Arma Letale. Ne scopriamo l’anima impegnata a favore dei diritti umani…
(Alessandra Speciale e Annamaria Gallone)