Noi del Festival siamo #peruncinemadiverso. Firma anche tu la petizione su change.org per una nuova legge che favorisca pluralismo, diversità e opportunità nelle industrie creative.
La petizione è una proposta di: Leonardo De Franceschi, Giulia Grassilli, Suranga Deshapriya Katugampala, Nadia Kibout, Fred Kuwornu, Razi Mohebi, Alfie Nze, Chiara Zanini, Reda Zine
Molti attori, registi e operatori delle industrie creative hanno già aderito! Tra i firmatari: Tezeta Abraham, Ubah Cristina Ali Farah, Saba Anglana, Gianluca Arcopinto, Jonis Bascir, Paula Baudet Vivanco, Francesca Bellino, Rachid Benhadj, Bernardo Bertolucci, Jonas Carpignano, Giulio Cederna, Mariuccia Ciotta, Marco Cohen, Sergio Di Giorgi, Maged El Mahedy, Esther Elisha, Theo Eshetu, Agostino Ferrente, Goffredo Fofi, Annamaria Gallone, Mauro Gervasini, Gabriella Ghermandi, Gabriella Guido, Ahmed Hafiene, Pap Khouma, Francesca Koch, Hedy Krissane, Amara Lakhous, Tahar Lamri, Gad Lerner, Félicité Mbezele, Mohsen Melliti, Marco Müller, Flore Murard-Yovanovitch, Medhin Paolos, Dijana Pavlovic, Alessandro Portelli, Marco Simon Puccioni, Elvira Ricotta Adamo, Annamaria Rivera, Igiaba Scego, Andrea Segre, Roberto Silvestri, Alessandra Speciale, Alessandro Triulzi, Mauro Valeri, Francesca Vecchioni, Wu Ming, Dagmawi Yimer, Giancarlo Zappoli
Il disegno di legge n. 2287 “Disciplina del cinema, dell’audiovisivo e dello spettacolo” proposto dal Ministro Dario Franceschini si prefigge di invertire il trend di una crisi strutturale che affligge da decenni il comparto delle industrie creative ma ignora una delle ragioni del gap che separa le nostre imprese da quelle di paesi nostri competitors sul mercato globale: la limitata attrattività delle nostre narrazioni sul mercato interno e internazionale è determinata infatti anche dalla mancanza di inclusività e pluralismo. Da anni negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e in altri paesi non solo si moltiplicano le voci che chiedono di aumentare la presenza di soggetti espressione di diversità sullo schermo (on screen) e dietro le quinte (off screen), ma sono stati adottati anche protocolli che vincolano il settore pubblico a dotarsi di Diversity Departments o Managers. In Italia tale dibattito non ha mai preso piede a causa di un ritardo culturale sul quale vogliamo intervenire, convinti che l’adozione di un’agenda attenta al valore della diversità nella nuova legge in discussione potrebbe produrre ricadute salutari positive in tutto il settore delle industrie creative.
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peruncinemadiverso@gmail.com