Esiste un’Africa che funziona e che non viene quasi mai racconta dai media. È questo l’assunto su cui si son trovati d’accordo i relatori della tavola rotonda organizzata da Fondazione EDU e COE in collaborazione con la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. “È questa un’occasione preziosa”, ha commentato Alessandra Speciale, codirettrice artistica del Festival del cinema Africano d’Asia e America Latina, “che consente alla nostra kermesse di occuparsi per la prima volta di temi non strettamente legati al cinema e all’arte in generale”.
Qual è dunque l’adeguata narrazione che restituisca oggi un’immagine fedele di questo continente così affamato di futuro pur con le sue mille contraddizioni? Il tema è enorme e non poteva che essere affrontato analizzando in che misura oggi gli africani accedono all’istruzione e all’alta formazione e scandagliando i punti di forza e di debolezza dell’imprenditoria locale. Gli interventi che si sono susseguiti hanno quindi messo in luce la necessità di costruire un futuro meticcio che valorizzi la diversità e il desiderio di innovazione.
Il quadro emerso ha restituito l’idea di un continente di sicuro ricco di chiaroscuri ma, nonostante tutto, creativo, vibrante, in movimento, ben lontano dall’eterno immobilismo a cui lo vorrebbe inchiodato una certa retorica ben radicata nell’immaginario collettivo.