E’ maggio ed è tempo di Cannes, uno dei festival più importanti del mondo che è giunto quest’anno alla sua settantesima edizione.
Un programma ricchissimo che continua sugli schermi fino al 28 maggio.
Come ogni anno, in questo programma, sono molti i film da Africa, Asia e America Latina e gli artisti a noi cari, che dalla croisette vogliamo consigliarvi.
Nella Compétition Officiel (composta da 19 lungometraggi inediti) molta Asia tra cui, dal Giappone, Hikari (Vers la lumière) l’ultimo film di Naomi Kawase, di cui nel 2015 avevamo presentato al nostro Festival Still the Water, nella sezione FTF – Films That Feed. Dalla Corea del Sud è stato presentato negli scorsi giorni tra polemiche e approvazione della critica Okja di Bong Joon Ho la favola ecologista che ammicca a Spielberg e Miyazaki, prodotta da Netfilx con Tilda Swinton, Jake Gyllenhaal e Paul Dano.
Nella sezione Un Certain Régard una graditissima presenza è quella di Kaouther Ben Hania con il film Aala Kaf Ifrit (La Belle et la Meute) una storia di lotta femminile per la giustizia e la dignità. La regista tunisina, che è stata nostra ospite ad marzo, per presentare Zaineb n’aime pas la neige è volata a Cannes con la nostra amica Mariem El Ferjani, protagonista del film, che è stata recentemente costretta a lasciare l’Italia perché il suo diploma alla Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti e un lavoro a tempo indeterminato non erano abbastanza per poter essere considerata legale nel nostro paese (la notizia su Il Fatto Quotidiano qui)
Dall’Asia e più precisamente dalla Cina segnaliamo sempre in questa sezione Lu Guo Wei Lai (Passage par le futur) di Li Ruijun (Cina) lo stesso regista del film River Road che avevamo presentato nel 2015 al nostro Festival.
Anche la sezione Hors Competition (Fuori Competizione) regala interessanti contenuti.
Il premio Oscar Alejandro G. Iñárritu si è cimentato con la realtà virtuale e ha presentato Carne y Arena (Virtually Present, Physically Invisible), un’installazione in VR che si propone di eliminare la linea di separazione tra l’opera e l’osservatore, chi osserva diviene parte dell’opera e si unisce virtualmente ai migranti nella traversata di una frontiera, in uno spazio in cui marciare all’unisono per vivere in prima persona una parte dell’esperienza migratoria. Per fortuna a breve avremo il piacere di vedere Carne y Arena anche nella nostra città grazie alla Fondazione Prada (maggiori info qui).
In questa sezione anche 24 Frames il documentario postumo del maestro Abbas Kiarostami, una raccolta di 24 cortometraggi realizzati traendo ispirazione e da dipinti e fotografie.
Da Cannes Classic, la sezione dedicata ai classici restaurati e ai documentari sul cinema, la versione digitale di Soleil O di Med Hondo, il film franco-mauritano che nel 1967 si fece manifesto di una nuova forma di schiavitù, quella dell’immigrazione che vinse nel 1970 il Pardo d’oro a Locarno, dopo essere stato presentato, nello stesso anno, nella sezione Un Cértain Regard a Cannes. Il film è stato restaurato dalla Cineteca di Bologna nel laboratorio L’Immagine Ritrovata grazie alla George Lucas Family Foundation e The Film Foundation’s World Cinema Project.
Con la Semaine de la Critique, la sezione dedicata alla scoperta dei nuovi talenti, si vola in America Latina con due storie sulle giovani generazioni: la prima mondiale di La familia di Gustavo Rondón Córdova (Venezuela/Cile) e Gabriel e a montanha (Gabriel and the Mountain) di Fellipe Gamarano Barbosa (Brasile). Rappresentata anche l’Asia con Oh Lucy! di Atsuko Hirayanagi (Giappone) e Tehran Taboo di Ali Soozandeh (Iran)
Infine, Cannes Ecran Junior, una competizione a noi molto cara concentrata a proporre film per il pubblico scolastico, in cui quest’anno sarà presentato Wallay, la commedia di formazione di Berni Goldblat che si è aggiudicata al nostro Festival il premio speciale Polis srl per la distribuzione ed è ora nel nostro catalogo, disponibile per il noleggio e l’home-video. Scopri di più qui.
Sempre in questa sezione anche il lungometraggio Ali, la chèvre et Ibrahim del regista egiziano Sherif El Bendary che abbiamo avuto il piacere di ospitare al nostro Festival nel 2016 in occasione della presentazione del suo cortometraggio Dry Hot Summer.
Quali di questi film vi piacerebbe vedere a Milano?