Brevi commenti ai film del Festival realizzati dai ragazzi del COE che ne hanno curato la sottotitolazione, con il coordinamento di Laura Notaro.
Fuck Cinema intreccia tre storie: un ragazzo vende sottobanco DVD pirata, un regista cerca la protagonista del suo nuovo film e una comparsa, Wang Zhutian, vuole realizzare un film dal suo manoscritto.
La terza vicenda è quella che mi ha colpita maggiormente: mi sembra che il titolo del film possa leggersi come l’amaro commento di questo aspirante parvenu del mondo del cinema, il quale, deluso da un’arte imbrigliata dalla censura e divisa tra la sete di successi al botteghino e i premi dei festival internazionali, sente la sua sceneggiatura come “un film che non s’ha da fare”.
Se nella prima ora Wu Wenguang ci mostra Wang come il re dei presuntuosi e nella seconda quasi vorremmo strangolarlo; tuttavia nella parte finale quest’arroganza si stempera e ne emergono l’umanità, la tenacia, la decisione, la forza d’animo.
Anche se il suo film non vedrà mai la luce, Wang Zhutian ci ha regalato una lezione di vita.(Martina Grimoldi)
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Fuck Cinema si basa sul sogno di un giovane paesano che si reca a Pechino per sfondare come regista. Quello che più mi ha colpito è la perseveranza di questo giovane che non si vuole rassegnare al fatto che in molti gli dicono di cambiare la trama della sua sceneggiatura, o addirittura lo scoraggiano dicendo che non ce la farà. Alla fine rinuncia ai suoi sogni, ciò rispecchia esattamente la difficoltà nell’entrare nel modo del cinema, soprattutto se non ti puoi appoggiare a conoscenze.
(Valentina Vaccari)