Mini-recensioni: El Salvavidas

I film del Festival commentati dai ragazzi del COE che ne hanno curato la sottotitolazione, con il coordinamento di Laura Notaro.

El Salvavidas

El Salvavidas, di Maite Alberdi, ci mostra la quotidianità di una delle spiagge più grandi e frequentate del Cile. La folla di bagnanti, la sensazione di afa e il fatto che il mare non sia mai inquadrato in pieno, se non alla fine, rendono l’atmosfera quasi claustrofobica, nonostante l’intero film sia girato in esterni. Questo effetto è rafforzato dalla meticolosità del protagonista, Mauricio, un bagnino che non entra mai in acqua, nel far rispettare le regole agli abitanti di questa sorta di ecosistema balneare. In queste regole il bagnino trova la propria sicurezza, e con esse cerca di nascondere fino all’ultimo la propria mancanza. Mauricio è infine costretto a fare i conti con le proprie responsabilità quando un incidente interrompe la routine della spiaggia.

(Valeria Miola)

Due sono le sensazioni che rimangono dopo la visione di questo film: la luce accecante delle giornate in riva al mare e il ritmo instancabile delle onde dell’oceano Pacifico. Il film è stato diretto dalla giovane regista cilena Maite Alberdi e ha come protagonista un bagnino in una delle spiagge cilene più pericolose per i bagnanti, El Tabo. Mauricio deve risolvere i suoi dissidi con il collega Jean Pierre, curare la formazione di un giovanissimo aspirante bagnino e affrontare le richieste e le necessità dell’orda di turisti che quotidianamente si riversa sulla spiaggia. Mauricio è fermamente convinto che un bagnino deve lavorare per prevenire situazioni pericolose e non dev’essere costretto a intervenire per aiutare bagnanti in difficoltà, nemmeno nel caso di situazioni estreme.

(Giulia Sica)

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