Mini-recensioni: Rouge Parole

I film del Festival commentati dai ragazzi del COE che ne hanno curato la sottotitolazione, con il coordinamento di Laura Notaro.

Rouge Parole

Il sole che sorge su un mare calmo e silenzioso, in un cielo limpido e sereno: l’inizio di un nuovo giorno.
Comincia così, Rouge Parole, il documentario del regista tunisino Elyes Baccar, proiettando su uno sfondo idilliaco poche frasi per riassumere i fatti che hanno scatenato le insurrezioni popolari nordafricane del 2011, la cosiddetta Primavera Araba: il sacrificio di Mohamed Bouazizi, la sommossa del popolo contro il dittatore tunisino Ben Ali, gli scontri con la polizia, la fuga dei politici. La voce di Ben Ali che pronuncia il suo ultimo discorso in pubblico per cercare di sedare gli animi, accompagna le immagini delle lapidi dei martiri, delle tombe di chi è morto per liberare il Paese, dei volti di chi ha sostenuto la rivolta e di chi ha perso i propri figli. Nei primi tre minuti del suo documentario, Baccar condensa tutte le emozioni e il trasporto che caratterizzano la storia che vuole raccontare: la rinascita di una nazione intera vista con gli occhi di chi l’ha vissuta.
Il regista visita i luoghi della rivoluzione, cammina per le strade piene di giovani che manifestano per i loro ideali, entra nelle case di chi ha sostenuto il movimento rivoluzionario, riprende la gioia di chi finalmente può toccare con mano la libertà e osserva in silenzio il dolore composto di chi ha sofferto e ancora soffre.
Grazie a questa sensibilità tangibile, il regista riesce a entrare nel cuore degli spettatori, a sviluppare una forte empatia con i personaggi che grazie alle loro testimonianze danno vita a questa storia: la madre del martire Houcine, il pescatore di Kerkennah che grida la sua rabbia e il suo supporto ai giovani rivoluzionari, i giornalisti che scoprono la libertà di stampa, i giovani blogger che diffondono le notizie senza i filtri del governo.
Rouge Parole è una testimonianza forte di questi fatti storici, è una pellicola che merita di essere vista e apprezzata, per capire davvero che cosa è stata la Primavera Araba, quali problematiche si è portata dietro e cosa ha significato per chi l’ha vissuta.

(Beatrice Dondi)

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