A 25 anni dalla prima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina vogliamo raccontarvi alcuni momenti di questa avventura: quelli che ci hanno più divertito e commosso, quelli da cui abbiamo imparato, quelli che ci hanno permesso di scoprire mondi e autori oggi sulla bocca di molti e allora sconosciuti. Le nostre voci principali sono quelle di Annamaria Gallone e di Alessandra Speciale, le due direttrici artistiche.
Invitiamo tutti a unirsi a noi in questo racconto collettivo, forse il primo realizzato da un festival di cinema, mandando un messaggio a festival@coeweb.org e indicando nell’oggetto “io c’ero“.
Per la terza edizione decidemmo di dedicare la retrospettiva al Niger. I film furono spediti dalle cosiddette “Cineteche nazionali”. Arrivò un carico di scatole arrugginite contenenti le pizze dei film completamente ricoperte da sabbia del deserto. Ricordo i capelli ritti della nostra montatrice davanti alle casse aperte… Voglio citare qui il mitico regista artigiano Mustapha Alassane che arriva dal Niger con il suo cinema d’animazione tutto sperimentale e realizzato con materiali e oggetti da lui stesso costruiti.
Il 1993 è anche l’anno in cui dedichiamo una sezione a tema al Cinema africano al femminile: IL ROSA E IL NERO. Indimenticabile Zalika Souley, attrice nigerina che ci aveva dato una mano a recuperare i film dei registi del Niger. Era l’attrice preferita di Mustapha Alassane ed era stata protagonista di un film afro-western…Potete immaginare la nostra ilarità davanti alle immagini in cui la vediamo cavalcare leggiadra nella savana vestita da cow-girl, mentre noi avevamo sempre incontrato una donna musulmana velata e un po’ appesantita dagli anni…
La Giuria della terza edizione era composta da Gabriele Salvatores (fresco di Oscar), Giacomo Gambetti (impeccabile nel suo formalissimo impermeabile) e Ayuko Babu, afro-americano di Los Angeles, conosciuto al Pan African Film Festival di L.A. di cui è fondatore e direttore. Esponente della cultura afro che rivendicava e si riappropriava dei propri diritti negli States, Ayuko sconcertò tutti in Italia per portamento e comportamenti non del tutto allineati con certi ambienti tradizionalisti del giornalismo e della critica cinematografica. A noi piacque molto. Lo seguimmo al PAFF di Los Angeles dove tutta la “tribù” del cinema africano periodicamente si trasferisce (noi comprese).
Un anno il PAFF venne organizzato al Magic Johnson Theatre, la presenza afro era totale. Al South Central Mall lì vicino ci rendemmo conto di essere le uniche 2 donne bianche nella folla! Mai successo prima, neanche nei vari festival africani! Non riusciamo a non raccontare di Ayuko: lo ritrovammo al FESPACO a Ouagadougou: afro-americano super emancipato in Africa con manie igieniste da americano. Uno spasso! Per non dire della Mercedes che noleggiò per muoversi nella città affollata, caotica e coperta di polvere rossa del deserto…
Annamaria Gallone e Alessandra Speciale