A 25 anni dalla prima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina siamo emozionati. Vogliamo raccontarvi alcuni momenti di questa avventura: quelli che ci hanno più divertito e commosso, quelli da cui abbiamo imparato, quelli che ci hanno permesso di scoprire mondi e autori oggi sulla bocca di molti e allora sconosciuti. Abbiamo deciso di chiamare queste good memories “IO C’ERO” e le nostre voci sono quelle di Annamaria Gallone e di Alessandra Speciale, le due direttrici artistiche.
Invitiamo tutti quelli che ci soni stati, sono passati di lì e ci hanno incrociato, ad unirsi a noi in un racconto collettivo, forse il primo realizzato da un Festival del Cinema, mandando un messaggio a festival@coeweb.org, indicando nell’oggetto “io c’ero“.
Nel 1989, dopo 18 anni in Africa, torno in Italia senza nessuna voglia e vengo invitata da don Pedretti, allora responsabile della Curia, a organizzare al San Fedele la pionieristica rassegna “Il lontano presente. A partire da questo incontro, nel 1991 nasce il Festival del Cinema Africano dove la sperimentazione è d’obbligo a partire dal doppiaggio delle voci africane, non facilmente riproducibili. Le abbiamo provate tutte: il timbro vocale italiano più assimilabile è quello sardo…potete immaginare? Quell’anno conosco Cheick Oumar Sissoko, un famoso regista maliano Da noi nel 1991 presenta uno dei suoi primi film “Nyamanton, la leçon des ordures”
Annamaria Gallone
Io arrivo un anno dopo Annamaria, “sciroccata” da una lunga permanenza in Tailandia. Mi avvicino a “Il Lontano presente”, attirata da sconosciuti film di registi asiatici.
Ricordo di aver conosciuto Abderrahmane Sissako, giovanissimo e timidissimo. Arrivò a Milano con la malaria, per presentare al Festival il suo primo film “Le jeu”, che ci lasciò folgorate. Ancora adesso (il suo Timbuktu è candidato agli Oscar) quando lo incontro è una festa: l’ultima volta gli ho detto che ho tutti i suoi film compreso “Le jeu”e lui mi ha risposto “Cavoli! Non ce l’ho neanche io!”. Sarebbe bello dedicagli una retrospettiva. Sarà con noi quest’anno? 25 anni dopo?Alessandra Speciale
Di quel periodo ricordo Don Pedretti, fondatore del COE, che ci chiese di trasformare “Il lontano presente” nel Festival del Cinema Africano. Un uomo coraggioso, visionario e profetico che si avvicinava ai giovani, sconosciuti ma promettenti registi africani e se ne prendeva cura. La sua prima domanda era: “…raccontami, di cosa hai bisogno?” Cominciammo a frequentare il FESPACO in Burkina Faso (Festival Panafricain du Cinéma de Ouagadougou). Tutta l’Africa interessata al cinema era lì, a questo Festival importantissimo, caotico, bellissimo. Più di 6.000 persone per ogni edizione. Non saremmo più mancate.
Annamaria Gallone