Wallay, il film del regista svizzero – burkinabé Berni Goldblat è il nuovo titolo del catalogo COEmedia Distribuzione Cinema. Dopo Berlino e il Fespaco, Wallay ha vinto il premio speciale Polis srl al nostro Festival e a giorni sarà al Festival di Cannes nella sezione Écrans Juniors, dedicata ai giovani spettatori.
Questa intrigante commedia è stata presentata in anteprima italiana al FCAAAL nella sezione Where Future Beats al pubblico e alle matinée con le scuole, riscuotendo grande successo.
Wallay (Te lo giuro)
di Berni Goldblat
Burkina Faso/Francia/Qatar, 2017, 84′
Ady ha tredici anni ed è cresciuto nella banlieue francese. Quando un’estate, dopo l’ultima spavalderia, viene spedito dal padre dai parenti in Burkina Faso, Ady scopre che la sua famiglia e l’ Africa sono diverse da come se le immaginava. La sua vacanza non è affatto una vacanza. Inizialmente vorrebbe scappare, ma giorno dopo giorno capirà di non poter fuggire da se stesso e finirà così per conoscersi meglio.
Attraverso i canoni del romanzo di formazione Wallay racconta la ricerca di identità di Ady, un adolescente ribelle di seconda generazione cresciuto nei sobborghi di Lione. Il suo è un percorso di iniziazione in cui molti potranno riconoscersi. Mentre i fondamentalismi avanzano, in Wallay non vediamo esplodere lo scontro tra le due culture del protagonista, ma vediamo piuttosto farsi strada la presa di coscienza dell’appartenere a entrambe. La diversità è una ricchezza, e crescendo Ady smetterà di sentirsi straniero ovunque si trovi.
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Accanto agli esordienti Makan Nathan Diarra (Ady) e Mounira Kankolé (Yéli) nel film troviamo tre attori dalla carriera internazionale: Ibrahim Koma (interprete di Wulu di Daouda Coulibaly, Le Crocodile Du Botswanga di Lionel Steketee e Asphalt Playground di Julien Abraham), Hamadoun Kassogué (visto in Bamako di Abderrahmane Sissako, Kabala di Assane Kouyaté e N: The Madness of Reason di Peter Krüger) e Joséphine Kaboré (Rabi, Zan Boko e Buud Yam – Il senso della famiglia di Gaston Kaboré, Safi, la petite mère di Rasò Ganemtore).
Il regista Berni Goldblat, al suo esordio con la produzione di lungometraggi di finzione, ha anch’egli una storia di migrazione: nato in Svezia, vive e lavora tra la Svizzera e il Burkina Faso.
Decisivo l’apporto dello sceneggiatore, lo scrittore David Bouchet, già autore di La Pirogue, film pluripemiato di Moussa Touré, e del direttore della fotografia Martin Rit, che ha già lavorato con autori come Wissam Charaf e Walid Mattar.
Wallay è la seconda tappa di un percorso, iniziato con Ma Révolution, sulle seconde generazioni. Entrambi i protagonisti sono alla ricerca della propria identità e vivono a cavallo tra due culture. Le loro sono storie di estrema attualità, soprattutto nel nostro paese dove è attesa da troppo tempo l’approvazione della legge di cittadinanza.
I nuovi cortometraggi
Dopo la 27a edizione del Festival il catalogo COEmedia Distribuzione Cinema, oltre a Wallay, si arricchisce di titoli inediti pronti per essere proiettati in tutta Italia. Grazie ai partner dei premi speciali sono 4 i nuovi cortometraggi africani disponibili in edizione con sottotitoli in italiano, parlano di giovani alla scoperta del mondo, della bellezza delle diversità e della loro crescita.
Un enfant perdu (Un bimbo si è perso)
di Ndiaye Abdou Khadir
Senegal, 2016, 19′
Un bimbo di una famiglia benestante si perde per le strade di Dakar ed entra in contatto con il mondo che lo circonda. Comincia cosi un vero e proprio viaggio d’iniziazione e di scoperta dei quartieri più poveri della città.
> Vincitore del Premio Cinit – Cineforum Italiano
Nyerkuk (Piccola peste)
di Mohamed Kordofani
Sudan, 2016, 19′
Dopo aver perso il padre in un bombardamento aereo, Adam detto Nyerkuk ovvero “piccola peste”, un bambino di 10 anni, è costretto a fuggire in città. Per sopravvivere, diventa suo malgrado, un abilissimo scassinatore di appartamenti. Le cose si complicano quando Adam decide di emanciparsi dal suo boss e cambiare vita…
> Vincitore Premio Fondazione Arnone Bellavite Pellegrini
Une place pour moi (Un posto per me)
di Marie Clémentine Dusabejambo
Ruanda, 2016, 22′
In una classe di bambini, c’è una bimba con la pelle bianca. Elikia ha 5 anni, è albina e per questo ed emarginata dai suoi nuovi compagni di scuola. In seguito alle ripetute ostilità e discriminazioni, si convince che il colore della sua pelle sia un problema. Riuscirà a trovare il suo posto nel mondo?
> Vincitore Premio Fondazione ISMU
Ailleurs (Altrove)
di Othman Naciri
Marocco, 2016, 17′
Salem, un anziano nomade Saharawi inizia un lungo viaggio verso il “più bel paese del mondo”: la sua infanzia. Sul suo cammino incontra Demba, un migrante senegalese che sta cercando di raggiungere la propria famiglia a Casablanca. In una terra di nessuno, i due condividono emozioni, paure e speranze.
> Vincitore Premio Fondazione CUMSE
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